Paolo Mieli, storico e giornalista sessantottino, direttore de “La Stampa” e il “Corriere della Sera” ed ora Presidente della Rcs Libri e divulgatore storico della Rai, è stato ospite il 3 aprile all’Auditorium del Liceo Scientifico “R. Canudo” di Gioia del Colle, per presentare “I conti con la storia. Per capire il nostro tempo” (Ed. Rizzoli), il suo ultimo libro che racchiude in quattrocento pagine o poco più il tentativo di revisionare i fatti del passato, dalla Grecia del V secolo all’Italia del Novecento.
Il libro, dal profilo saggistico, oltre che avulso dai comuni manuali scolastici di storia, attrae anche per l’obbiettivo preposto dall’autore, ossia partire dalle errate valutazioni e mendaci idee tramandate da fatti, ricordi e memorie per proporre nuovi sguardi interpretativi, senza, però, mai ormeggiare nel “definitivo”.
Una continua ricerca della verità che mai si potrà possedere o credere assoluta, la si potrà solo lambire per osservare le sue tante sfumature.
All’incontro hanno preso parte il Dirigente Rocco Fazio, alcune classi del triennio del Liceo “Canudo” e del Liceo Classico “P. Virgilio Marone”, R. Santoro responsabile del Presidio dei Libri del Liceo “Cartesio”(Triggiano) e la prof.ssa I. Martino, la quale ha definito il libro: “Disarmante, sconvolgente e destabilizzante; dal taglio differente a cui siamo abituati e che per questo ci apre un mondo storico sconosciuto dinanzi al quale noi lettori rimaniamo interdetti”.
Se esiste la possibilità di reinterpretare il passato, qual è il tipo di legame tra lo storico e la memoria?. “Mi considero un coltivatore della memoria; lo storico deve fare tutto con la memoria, ma capendo che questa è strettamente intrecciata all’oblio. In tutta la storia della letteratura da Platone a Dante il filo rouge è la capacità di agire sul piano obliante” ci spiega Paolo Mieli.
La Storia ci insegna, talvolta, che per sopravvivere sarebbe opportuno dimenticare, tralasciare quei momenti che più nocciono al nostro percorso di vita.
“Nella letteratura c’è sempre qualcosa scritto fra le righe, di misterioso e se riflettiamo possiamo scoprire tante cose che ci arricchiscono, perché sono diverse da come sono state descritte”, prosegue Mieli: “ Il mio atteggiamento non è di dire la mia verità, ma quella di dire se è possibile cambiare giudizio o mettere in luce altre riflessioni”.
L’autore, dunque, non assume il potere di esprimere giudizi personali, non vuole competere con la verità, ma applicare un nuovo modo di leggere la Storia, insinuandosi nei personaggi, negli eventi alla ricerca di altre motivazioni, sempre, però, traghettate dall’onda del dubbio.
“Appassionatevi alla storia” rivolgendosi ai giovani studenti “perché questa aiuta a fabbricare sempre nuove idee e a presentarci al resto del mondo non come persone semplici”.
Un esercizio continuo di dialettica per superare un passato che condiziona il futuro.
Un progetto di lettura, quello del Liceo “R. Canudo”, sempre di altissimo valore e intensità che mai smentisce l’importanza di ascoltare e confrontarsi con intellettuali in grado di trasmettere l’amore per il Sapere e di ribadire la necessità di studiare, di conoscere la storia del passato per capire ciò che oggi siamo e l’epoca in cui viviamo con tutte le sue contraddizioni e i suoi sfaceli.
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Commenti
La Redazione
Bisognerebbe parlare del libro, non dell'autore. Al lettore interessa più la storia oppure il contenuto del libro che sta leggendo o che ha in mente di comprare. Che può o non può piacere è nella natura umana, come tutte le cose, ma non per questo bisogna farne una crociata, a meno che non c'è altro, oltre il libro o i libri di quell'autore.
Buon pomeriggio a tutti.
La Redazione
Non possiamo essere bramosi perchè questo articolo lo conosciamo da tempo. Una sorta di bramosia potremmo averla, questo sì, ma solo per capire la sua necessità di cambiare continuamente nickname, anche per dare una semplice risposta ad una nostra precedente curiosità.
Buona serata.
La Redazione
a fabio, tommaso, marta, studente, amico, barletta, rivolgiamo una semplice domanda, così, per curiosità: perchè non una parola positiva sul libro di Martino Sgobba? Da voi vige un solo pensiero dominante o fate parte della stessa "parrocchia"?
Buona serata, a tutti.