‘Sulle tracce dei briganti … e delle brigantesse’: questo il titolo dell’interessante incontro, avutosi venerdì 1º agosto, presso i vicoli del nostro centro storico. Evento organizzato da Visitgioia.it, in collaborazione con l’Associazione Culturale Ombre e AssoRetiPMI, che ne ha curato la parte comunicativa.
Si parla innanzitutto del’Unità d’Italia, e quindi del periodo storico compreso tra il 1860 e il 1861. Il viaggio, nei punti cruciali del nostro centro storico, ha inizio da Piazza Plebiscito, lì dove, come sottolinea Lorenza Borrelli – guida dalla grande professionalità –, c’è stato un plebiscito a favore dell’unificazione d’Italia, avvenuta il 17 marzo 1861. Data nella quale vi fu la proclamazione del Regno d’Italia, con Vittorio Emanuele II re d’Italia. Un’unità nata con dei vizi soprattutto per la dicotomia avutasi tra il settentrione, che ha vissuto un indiscutibile momento di crescita, e il meridione lasciato molto indietro. “Anche se” – così sottolinea Lorenza Borrelli – “le cause del fenomeno politico, economico e culturale del brigantaggio sono molteplici”.
Gli aneddoti, narrati dalla preparatissima guida, ruotano attorno a vari luoghi gioiesi: si va dalla Chiesa Madre dove si racconta che fossero posizionate delle bombe, fino ad arrivare a via Fontanella, la via dalla quale entrarono i briganti. I racconti sono cruenti, ma “la ferocia utilizzata dalla Guardia nazionale non è da meno”, tiene a precisare Lorenza.
È il 28 luglio 1861 la data durante la quale il sergente Romano (“l’eroe che difendeva gli oppressi, il partigiano imprendibile e coraggioso, la volpe dei monti e dei boschi, il brigante degno dell’ammirazione delle popolazioni meridionali”) attaccò la città di Gioia del Colle con la sua banda di briganti.
L’avvenimento in questione è uno dei momenti più emblematici della storia del brigantaggio, di quella che fu una vera e propria guerra civile. “Il gruppo dei briganti di Gioia del Colle appare molto organizzato e strutturato gerarchicamente […]”, in questi termini si esprime Lorenza Borrelli.
Intenso, l’intervento teatrale delle Ombre, sulle figure femminili del brigantaggio. Tre le brigantesse: Michelina De Cesare, Serafina Pennacchio, Elisabetta Blasucci. Concubine e amanti mosse da grandi ideali: “La nostra non è una battaglia per dividere … la nostra è una rivoluzione di genere […]”. La terra, come rilevano significativamente le stesse, cambia padroni, ma sono sempre i contadini a coltivarla.
Un incontro stimolante volto alla ricerca della nostra memoria storica, perché, parlando di unificazione, solo recuperando il passato è possibile costruire l’identità dei cittadini. D’altronde il brigantaggio ha rappresentato un grande trauma, una ferita che per decenni è stata rimossa. Qualcosa di troppo sconvolgente, perché se ne potesse parlare. L’Unità d’Italia è nata con dei vizi: vizi da curare, in quanto molti dei nostri problemi attuali provengono dall’importante periodo storico risorgimentale.
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