“Presentato a Roma, alla Camera dei deputati, uno studio di fattibilità per il recupero per i soli fini turistici della vecchia ferrovia statale dismessa Gioia del Colle-Rocchetta Sant’Antonio.
Il progetto stima in 33,5 milioni di euro la cifra necessaria per riattivare i 140 km della linea ma solo per "mobilità lenta" e non per trasporto passeggeri. L'iniziativa è stata lanciata dai deputati Nunzio Angiola e Emanuele Scagliusi.
Alla conferenza stampa sono stati invitati i presidenti di Puglia, Basilicata e Campania, i presidenti delle province di Bari, Foggia, Potenza e Avellino e i sindaci dei Comuni interessati dalla tratta. La vecchia linea attraversa un'area di indiscutibile pregio naturalistico, paesaggistico, storico e archeologico.
La proposta si aggancia alle disposizioni della legge sull'istituzione delle ferrovie turistiche e sul piano strategico di sviluppo del turismo 2017-2022 del Ministero per i beni e le attività culturali in cui si valorizzano le ferrovie storiche.
I servizi sulla tratta sono stati sospesi in due momenti diversi: tra San Nicola di Melfi, Spinazzola e Gravina (circa 81 km) dal 2005; tra Gravina, Altamura, Santeramo e Gioia dal 2016 a seguito del mancato rinnovo del contratto di servizio da parte della Regione.
RFI ha effettuato delle perizie per valutare e definire i costi e i tempi per la riattivazione dell’infrastruttura a soli fini turistici. I lavori necessari si stimano in 24 mesi e le somme in 33,5 milioni di euro di cui 13 sulla dorsale lucana e 20,5 per il territorio pugliese. Si tratta sostanzialmente di interventi per rimozione vegetazione, ripristini e rilievi, revisione e ripristino armamento, manutenzioni straordinarie.
“Sono due anni che seguo questo progetto. È mia opinione - afferma Angiola - che la Legge 9 agosto 2017, n. 128 "Disposizioni per l'istituzione di ferrovie turistiche mediante il reimpiego di linee in disuso o in corso di dismissione situate in aree di particolare pregio naturalistico o archeologico", pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. 196 del 23-8-2017, sia una grande opportunità da cogliere per tutto il territorio murgiano e del subappennino dauno.
I tracciati ferroviari, le stazioni individuate come luogo di fermata, le opere d'arte delle tratte ferroviarie ad uso turistico, nonché le relative pertinenze, possono essere utilizzati e valorizzati, fermo restando il rispetto del codice dei beni culturali e del paesaggio”.
Ufficio Stampa RFI
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