Bellezza, manualità, lirismo e leggerezza sono i quattro aggettivi che la professoressa Irene Martino ha utilizzato per definire e sintetizzare il nuovo lavoro di Davide Mangione “La morte delle Ninfee” edito da “Il Grillo Editore”, presentato presso la libreria “Librellula” di Gioia del Colle giovedì 7 dicembre.
Il libro si rifà alla teoria della decrescita di Serge Latouche oppositore della cultura imperante della crescita economica che funziona solamente attraverso un aumento continuo del Prodotto Interno Lordo (PIL). Questo processo è destinato a scontrarsi con la inevitabile limitatezza delle risorse e, altra contraddizione, dando all'uomo agi e comfort lo condanna ad una vita stressante e frenetica, eternamente insoddisfatta ed alla continua ricerca di ricchezza a discapito di disuguaglianze ed ingiustizie.
Latouche teorizza un arretramento della ricchezza cercando un benessere in aspetti non materiali dell'esistenza quali la cultura, il tempo libero, le relazioni umane. Per raggiungere questi obiettivi propone otto punti le “otto erre” rivalutare, riconcettualizzare, ristrutturare, ridistribuire, rilocalizzare, ridurre, riutilizzare, riciclare. Con il paradosso delle Ninfee di Albert Jacquard e citato da Latouche, si spiega come le ninfee, riproducendosi in continuazione, rischiano di coprire l'intero stagno in cui crescono mettendo a repentaglio qualsiasi forma di vita nello specchio d'acqua, quindi la loro crescita rischia di soffocare la vita. Davide Mangione, con il suo libro e attraverso varie tavole da lui disegnate, ci illustra questo paradosso, descrivendo le parti salienti della teoria della decrescita facendo proprio il pensiero di Latouche.
L'autore ci accompagna in un viaggio il cui mezzo di trasporto è una barchetta, simbolo dell'inconscio che, attraversando tutto il corpo, ci porterà infine alla testa sede della ragione e della consapevolezza, Quindi attraverso il contatto con noi e con le proprie radici l'antidoto alla mercificazione di noi stessi, lucida sensibilità, forza del pensiero non dimenticando mai chi siamo. Davide Mangione, gravinese, trentenne, diplomato in pittura all'Accademia di Belle Arti di Bari coltiva molte passioni, oltre alla pittura il canto, la m
usica, la scrittura e la poesia e quest'ultimo suo lavoro non a caso è stato definito da Irene Martino “lirismo”.
Ha vissuto a Milano, Torino e Roma ma non ama le grandi città, ama la propria terra, il proprio territorio che bisogna rivalutare. La serata di presentazione è stata organizzata ed ideata dall'Associazione Culturale Ombre nell'ambito dell'iniziativa IndiEsposizioni promuovendo rassegne musicali, presentazioni di libri ed incontri con artisti in un contesto multidisciplinare, raccontando la scena musicale indipendente e alternativa.
Giuseppe Procino, uno degli organizzatori di IndiEspsizini, ha concluso l'incontro ringraziando la professoressa Irene Martino, l'autore Davide Mangione, la libreria Librellula sede di questi interessanti eventi, tutti i presenti e auspicando la creazione di sempre maggiori e nuovi pubblici, dando appuntamento il 28 dicembre al Teatro Rossini con ingresso gratuito per il terzo evento di IndiEsposizioni.
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