Nel corso della presentazione della seconda edizione del Palio delle Botti, il 13 agosto alle 19.30 nel Chiostro di Palazzo San Domenico si sono potute ammirare le splendide dodici botti che percorreranno poco più di 600 metri in occasione della manifestazione che si terrà sabato 19 e domenica 20 agosto. Ricco il programma curato a più mani dai membri dell’associazione del Palio, costituitasi quest’anno: il presidente Claudio Santorelli che lo ha ideato e su di esso investe entusiasmo e obiettivi ambiziosi, tra cui renderlo un evento di caratura nazionale, la vicepresidente nonché sua moglie Marilena Limitone, il tesoriere Vincenzo Verrastro, presidente del Consorzio Tutela Vino DOC Gioia del Colle, il segretario Donato Giuliani, titolare dell’omonima azienda agricola e Maria Antonietta Castellaneta, consigliere.
L’incontro si è aperto con il saluto del sindaco Donato Lucilla, che ha ringraziato Santorelli per l’impegno profuso e vantato le potenzialità in termini di ricaduta turistica, economica e di immagine a livello nazionale del Palio. Infatti, tra le cantine che si erano proposte, ve ne era anche una veneta. Grazie al contributo della Regione in quei giorni e fino a tutto settembre sarà aperto lo IAT. La manifestazione gode, per altro, anche del patrocinio della Regione Puglia che - al pari del Comune e dei numerosissimi sponsor - crede nel progetto e ha deciso di investirvi.
Santorelli ha ricordato le 5.000 presenze della prima edizione, dedicato questa seconda all’indimenticabile Erasmo Plantamura, instancabile nel promuovere Gioia attraverso i suoi sapori e le sue tradizioni, e ha di volta in volta annunciato le novità in programma.
La parola è passata a Vincenzo Verrastro il quale si è soffermato sull’importanza e sull'unicità di trovare il nome di Gioia del Colle in due denominazioni: la D.O.C. del Primitivo che pure comprende altri comuni anche oltre provincia - lo conferma la numerosa partecipazione di cantine non gioiesi tra le dodici che parteciperanno al Palio - e la D.O.P. della mozzarella, al momento al vaglio della Commissione europea. La valorizzazione del prodotto collegato ad un evento di tale portata è un connubio vincente e se ne parlerà sabato sera nel convegno organizzato nell’Arco Nardulli., cui seguirà un percorso sensoriale attraverso le tecniche di produzione della mozzarella a “siero innesto” con suggerimenti sugli abbinamenti tra l’eccellenza gioiese, primo fiordilatte vaccino candidato alla DOP, ed il vino con “Botti e formaggi”, a cura di ONAF (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Formaggi) delegazione di Bari.
Gianvito Masi del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura, ha anticipato in parte i contenuti del convegno del 19 agosto. Si parlerà del primitivo, della selezione dei cloni, alcuni da recuperare per motivi virologici proprio tra i vigneti di Plantamura. Masi ha accennato anche alle sfide che impongono i cambiamenti climatici ai produttori, alcuni dei quali costretti ad anticipare la raccolta proprio nei giorni del Palio, e questo potrebbe spiegare l’assenza di prestigiose cantine gioiesi quali Fatalone (Petrera), Terra Jovia (fratelli Colapinto) e Mastrangelo.
Il professor Michele Faccia ha ribadito l’importanza per il turismo della presenza di prodotti D.O.C. e D.O.P. di tipicità gioiesi e l’unicità degli stessi, oltre al prezioso ruolo dell’ONAF, oggi ospitata in facoltà, che potrebbe trovar sede proprio a Gioia.
LA PRESENTAZIONE DELLE BOTTI E DEGLI ARTISTI
Dopo la conferenza ed un accenno al palio dei bambini ed alle botti più piccole - da 100 litri - dipinte dagli alunni della Carano-Mazzini seguiti da Lea Gallizzi e della Losapio-S. Filippo Neri, si è subito passati alla presentazione di ogni singola botte, non tutte, rappresentate dai titolari delle cantine e dagli artisti cui era affidato il compito di illustrare quanto dipinto.
Piacevole l’ascolto della lettura degli acrostici composti dal poeta Enzo Diana per ogni cantina, a fine articolo riportati per intero.
La violinista Delia La Gala e il fisarmonicista Alessio Giove, studente all’ultimo anno di strumento del Duni di Matera, bravissimi musicisti impegnati in concerti con orchestre prestigiose in Puglia e in altre regioni, hanno eseguito un ricercato repertorio di brani di Piazzolla e Morricone con passione e bravura, nonostante il loro intervento fosse a margine della presentazione delle botti, ovvero durante la degustazione dei vini, con poche e distratte presenze.
Al riguardo delle botti, si è partiti dalla cantina vincitrice della scorsa edizione che ha restituito il Cencio di Gino Donvito e mostrato la sua botte su cui è riportata, sotto forma di fumetto “Dalle vigne alle vignette” la storytelling della famiglia Patruno-Perniola, su cui incombe un frizzante ed ebbro tramonto, a firma di Angelo Luiso.
Accanto la botte della tenuta Chiaromonte, dipinta da Pompeo Colacicco con riferimenti espliciti al territorio di Acquaviva presso cui l’azienda produce vino dal 1827. Il suo dipinto “Terra divina” si distingue per originalità e simbologia, a tratti allegorico ed esplicativo del contributo della madre terra, rappresentata da una voluttuosa donna dai seni a forma di trullo, vigneti rigogliosi che sgorgano dal suo corpo nudo e il capo… che diviene calice, mentre la maschera apotropaica tra le mani racconta di superstizioni antiche che non velano più il suo bel volto.
Terza botte quella delle Cantine Guttarolo dipinta da Francesca Pastore che ha voluto dare il volto di Federico II alla sua opera, ma senza corona, perché la regalità insita nel personaggio non cerca il confronto con la preziosità del nettare dell’uva. Egli torna uomo tra gli uomini “Oltre la corona”!
Le Cantine Imperatore di Adelfia rappresentate dal pittore Vincenzo Sciannarelli propongono come tema “La notte in barca a vela”.
Agata Di Fino per l’Azienda Agricola Giuliani dipinge “Ad maiora”, un giglio nobiliare incastonato nello scudo rosso “vino” su drappi ne è l’emblema, sulle basi un orso e un leone, simboli di forza oltre che profetico augurio di vittoria per il palio.
Il numeroso pubblico ha apprezzato la lettura degli acrostici ma visto ben poco, in quanto per seguire la presentazione delle botti posizionate intorno al chiostro, occorreva raggiungerle, un allestimento poco felice a detta di chi è restato seduto e non ha potuto godere di una visuale ottimale, anche se non sempre è facile trovare soluzioni che accontentino tutti senza penalizzare nessuno.
A scorrere l’epica “Storia di vini e di vigne” di Mario Pugliese dipinta sulla botte della Casa vinicola Coppi, un racconto che parte da un piccolo acino per creare un coloratissimo impero di gusto ed ebbrezza. Il tredicenne Paride Busto, nipote di Filippo Cassano, titolare della Cantine Polvanera, illustra le costellazioni dipinte sulla botte, rievocando un tema che tanta fortuna ha portato al vino di famiglia, inizialmente etichettato e denominato proprio con il nome di alcune costellazioni. Titolo dato al dipinto: “E uscimmo a riveder le stelle”.
In bianco e nero la botte dell’Azienda Agricola Tre Pini a firma di Mario Lozito, con le radici del vitigno che spuntano sotto di essa e volti “bestiali” tra grappoli e viti, oniriche immagini del “Mediterraneo”, titolo della sua opera. Le Tenute Nettis scendono in campo con botte dipinta a tema federiciano da Angelica Lassandro.
Per Gino Donvito e la sua Tufara nessun volto ma una splendida “Botte incoronata” posta curiosamente a... testa in giù, forse allegoria di nobiliari capriole in preda agli effluvi del vino. Antonella Lozito per la Tenuta Viglione ha dipinto un vero… dipinto, proponendo i volti di due baccanti - Angelita Masi e Federica Falchi - e dello stesso Bacco adolescente, rappresentato da Thomas Carlo Nanna. Il titolo non poteva essere che “La cena per Bacco”.
“Bacco è stato immaginato come un giovane ragazzo incoronato da foglie di vite e grappoli d'uva, con un drappeggio rosso sulla spalla, a mo’ di toga. Porge alla sua musa "uh zul" che si usava anticamente a tavola per mescere il vino. Per la musa con il calice di vino in mano ho voluto riprendere lo stesso grappolo dipinto sulla spalla - ci spiega Antonella Lozito -. Se osserviamo attentamente gli elementi realistici su cui ho insistito e che ho curato pittoricamente, la donna ha le guance arrossate. Dall'altro lato ho rappresentato la musa che gusta l'uva. Intorno alla botte ho dipinto un cavo elettrico con delle lampadine per illuminare la scena notturna. Ringrazio la cantina "Tenuta Viglione" di Giovanni Zullo che per il secondo anno mi ha riconfermato come artista e i miei modelli "Bacco" rappresentato dà Thomas e le "muse" da Angelita e Federica.”
Ultima botte presentata quella dei Vini Plantamura dipinta da Mariangela Plantamura e raffigurante volti e decori peuceti che tanto ricordano antichi miti ne “Il profumo di Peucezia”.
IL PROGRAMMA DEL PALIO DELLE BOTTI… MINUTO PER MINUTO
SABATO 19 AGOSTO
DOMENICA 20 AGOSTO
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A chiusura di quanto scritto sul Palio, su cui ritorneremo in “cronaca”, un plauso alla fervida fantasia ed all’impegno del poeta Enzo Diana che con generosità ha composto acrostici per ogni cantina in gara… e anche per altre venute meno, insieme a quello del Palio che sarebbe bello sentir declamare in musica, magari dai Terraross o da altre realtà folk, perché alla fine di ogni iniziativa, che sia di grande o di minor impatto mediatico, quel che davvero resta sono le parole che la sintetizzano e raccontano. [Foto Mimmo Castellaneta e Palio delle Botti]
IL PALIO DELLE BOTTI
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Salve,chiedo:"Ma via Roma non è Isola Pedonale?";Credo ... - Si promuove la mobilità s...
I vigili in bici?! Già adesso che hanno tante auto di s...
Commenti
Ben vengano determinate iniziative, ma quello del parcheggio è un problema serio e sarebbe logico anche pensare, in una futura organizzazione, a come evitare di penalizzare troppo chi vive nelle zone coinvolte dalle suddette iniziative.
La Redazione
Come non condividere una analisi così lucida scevra da ogni bega politica?
Buon pomeriggio, a tutti.