L’evento natalizio più atteso dell’anno, il Presepe Vivente, ormai giunto alla diciassettesima edizione. Otto scene riprese dall’Antico e dal Nuovo Testamento, con due temi dettati dall’anno giubilare: giustizia e misericordia. Nella Bibbia la giustizia non ha solo valore di rispetto della legge, ma anche l’abbandono alla volontà del Signore. La misericordia, secondo Gesù, è il fondamento della giustizia.
Primo ad aprire la serie di scene, Abramo che intercede per Sodoma e Gomorra. Dio guarda il suo cuore compassionevole e ne ha pietà. Questo è il vero confronto con la giustizia divina: l’uomo non perdona anche quando basta un solo gesto per farlo.
Seguono il re Davide e il profeta Natan: Davide commise una serie di peccati senza rendersi conto, Dio gli inviò il profeta affinchè prendesse conoscenza di quanto fatto. Anche noi e molti uomini del nostro tempo agiscono perché credono che tutto sia lecito. Ma tutti possiamo cadere, l’importante sia riconoscere la misericordia di Dio.
Terza e ultima scena tratta dall’Antico Testamento, il profeta Isaia che consiglia il re Acaz ad affidarsi a Dio durante la guerra, perché la grandezza dell’Onnipotente è in grado di salvare anche dalle situazioni più difficili.
Centrale è la natività: la profezia di Isaia si realizza con la nascita di Gesù. Un angelo annuncia l’evento ai pastori: Gesù rinnova perfino la rilevanza sociale. Dio mette al primo posto i più vulnerabili, i cui diritti umani sono sempre calpestati.
Con la quinta scena si inizia il giro nel Nuovo Testamento, fuga in Egitto. Giuseppe va in Terra straniera dove viene accolto. Parafrasi di ciò che accade quotidianamente, migranti sbarcano sulle nostre coste. Ma noi siamo pronti ad accoglierli?
Si va avanti con la vita di Gesù. Lui giornalmente preso d’attacco dai farisei, un giorno doveva giudicare una donna adultera, ma lui non guarda i suoi peccati, anzi dà ai suoi persecutori una grande lezione. E noi come e quando giudichiamo?
Scoperti Cristiani, dopo la Resurrezione, furono uccisi. Primi tra loro, Stefano, il quale prima di morire, perdonò i suoi aguzzini. La fede cresce nell’esatto momento che si conosce Dio, per chi ha così tale fede non c’è nulla da temere. Ma oggi, possiamo riscattarci dai nostri peccati? Ebbene, la risposta è affermativa. Il giro si conclude con il simbolo della Confessione, che risana l’alleanza con Dio, distrutta dal peccato.
Ogni anno questo evento nasce grazie alle forze della Comunità della Parrocchia Santa Maria Maggiore, del Comune di Gioia del Colle e della Regione Puglia, ma soprattutto, alle forze giovanili che ogni mattina e ogni pomeriggio montano le scene, una per una; la sera, dopo aver smontato, ripuliscono il centro storico per poi ricominciare.. perché il presepe è anche questo: non solo bambini e figuranti che ripropongono la vita ebrea, ma freddo, forze, amicizie e condivisione. Chi partecipa lo sa!. E ogni volta è un successo [Foto Mario Di Giuseppe]
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