E se un giorno avessimo tra le mani un campanellino tibetano che, fatto suonare da persone ignare del suo potere, facesse dire loro la verità senza filtri e remore? E' questo uno dei simpatici stratagemmi presenti nella commedia “Regalo di nozze” scritta da V. Di Piramo e portata in scena il 10 maggio al Teatro Rossini dalla Compagnia Teatralmente Gioia. Commedia presentata all'interno della manifestazione “I Love Teatro” giunta alla sua terza edizione, promossa dal Comune di Gioia del Colle e Augusto Angelillo, che si è aggiudicata il premio "Miglior Opera" dedicato a Vincenzo Rubino. Quattro gli spettacoli che si sono avvicendati dal 9 al 15 maggio all'interno della kermesse.
La trama si svolge durante il giorno del matrimonio di Erika mentre fervono i preparativi per le sue nozze. Si attende lo sposo che arriverà da Londra con l'aereo da lì a un paio d'ore. Le amiche del cuore della ragazza sono lì con lei Rita armata di macchina fotografica e Ilaria che la rincorre su e giù per la stanza per dare gli ultimi ritocchi all'acconciatura, a colpi di spruzzi di lacca. Intenta a truccarsi al centro della stanza c'è Laura, la sorella maggiore della sposa molto stizzita nei riguardi della sorella minore perche convola a nozze prima di lei e perchè ancora scossa dal ricordo dell'abbandono del suo ragazzo. Intanto i genitori della sposa, Vincenzo e Adriana, si punzecchiano fra loro criticando ora l'uno ora l'altra i vari regali, tutti di scarso valore, ricevuti dai parenti delle famiglie opposte. E' una telefonata a mandare in tilt tutta l'organizzazione, Ilaria che risponde al telefono è la prima ad apprendere che il futuro sposo non arriverà mai perchè è in Tibet sposato con rito tibetano ad una donna americana conosciuta qualche settimana prima. Questo fa scaturire una serie di gag che si susseguono una dietro l'altra a ritmo frenetico man mano che la notizia passa da amica a sorella, da sorella a madre e così fino ad arrivare alla sposa che apparentemente non accusa il colpo.
Mentre questi eventi montano e prendono forma, giunge un ospite, un monaco, venuto dal Tibet, figlio del fratello del padre della sposa che partito ormai da trent'anni per quelle terre lontane ha voluto omaggiare la nipote con un regalino portato da suo figlio Atso monaco tibetano pronto a regalare pillole di saggezza a suon di cinque euro alla volta.
La sposa ormai è in pieno delirio e si presenta sul palco vestita in diversi modi a seconda di quello che la sua mente partorisce. Ora in cerca della fede nuziale, poi convinta che le nozze si sarebbero celebrate nel pomeriggio, poi ancora sicura che il matrimonio fosse già stato celebrato con rito tibetano ed infine vestita di nero perché convinta che l'aereo su cui viaggiava il suo futuro sposo fosse precipitato. Il campanellino è messo lì sul tavolo e di tanto in tanto qualcuno lo scuote e le parole proferite dall'ignaro suonatore sono tanto vere quanto imbarazzanti per chi le ascolta. E' Laura che scopre il mistero di questo speciale “regalo di nozze”, tanto che con un espediente induce Oscar, il ragazzo che avrebbe dovuto sposare, a suonare il campanellino e dire la verità su i veri sentimenti da lui provati nei suoi riguardi. Sentimenti d'amore mai sopiti in entrambi.
Risate e applausi per gli attori tutti bravi nei loro ruoli: Antonio Surico (il padre Vincenzo), Mariella Cacciapaglia (Adriana la madre), Luana Montone (Laura sorella maggiore della sposa), Angela Panessa (Erika la sposa), Giuseppe Procino (Atso il bonzo), Rossella Notarnicola (Ilaria Amica di Erika), Mara Caricato (Rita altra amica) e Luca Pavone (Oscar ex fidanzato di Laura). Un cocktail divertente, in cui oltre agli attori hanno meritato l'applauso la regia e la riscrittura a cura di Augusto Angelillo, il supporto tecnico e lo staff, Mattia Angelillo, Pasquale Panessa e Antonella Rizzo. [foto Pietro Giorgio]
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