Un incontro dialettico, più che uno spettacolo, si è avuto al teatro Rossini, nella serata di venerdì 8 aprile. Un incontro dal tratto onirico, intitolato ‘L’incanto’, dato dall’estro artistico del celebre coreografo inglese Lindsay Kemp, noto per aver affascinato personalità come quelle di Nureyev e Fellini, Mick Jagger e Ken Russell. Celebre è il suo rapporto con il rock: basti, infatti, pensare che tra i suoi allievi si possono annoverare Kate Bush, Peter Gabriel e, soprattutto, David Bowie.
“Bowie venne a vedere un mio spettacolo in un piccolo teatro. Qualcuno mi aveva dato il giorno prima il suo LP, quello chiamato ‘David Bowie’. M’innamorai subito della sua musica … della sua voce. Feci mettere il disco prima del mio show, e di seguito feci la mia entrata in scena. Lui era presente e ne fu molto lusingato. Venne a trovarmi in camerino, e fu davvero amore a prima vista. Da quella storia d’amore nacquero importanti lavori, tra i quali ‘The rise and fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars’ […]”, in questi termini si esprime il coreografo inglese.
Il maestro si è raccontato, non risparmiandosi. Ha narrato gli esordi, il suo percorso sia artistico che umano: dall’amore incondizionato per la danza, nonostante l’opposizione della madre; dai primi anni a Londra, fino alla nascita della sua importante produzione, ‘Flowers … Una pantomima per Jean Jenet’.
Emerge nei suoi discorsi la distinzione nietzschiana fra il dionisiaco e l’apollineo, che si concretizza nel contrasto fra una serie di opposti: caos e forma, divenire e stasi, infinito e finito, oscurità e luce, ebbrezza e sogno. Dimensione onirica che affiora preponderante in tutta l’opera del poliedrico artista britannico, resa al pubblico del Rossini tramite la proiezione di alcuni video. E che affiora nella coreografia finale, eseguita dallo stesso Lindsay Kemp, visibilmente emozionato.
“Tutti i miei spettacoli hanno inizio con la musica di sottofondo. Bisogna abbandonarsi alla musica, consentendo che questa ci porti in una dimensione altra […]”, così afferma il coreografo inglese.
Un artista straordinario, che nella sua carriera ha dato al suo pubblico spettacoli visionari, a tratti surreali, e che ha regalato al pubblico del Rossini una serata fatta di piacevoli ricordi. [foto Mimmo Castellaneta]
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