Il coordinamento di "Accoglienza Responsabile" approda in Rai, per l'esattezza con un servizio andato in onda nel TG3 di sabato, 26 febbraio, sia nell'edizione delle 14 che in quella serale.
A far da portavoce all'associazione Pasquale Redavid che presenta il progetto ed i ragazzi ospitati nella casa al giornalista. Buona visione!
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Da “La voce del paese” n.40 del 23.10.2015
INAUGURATA “LA CASA DI OSPITALITÀ”
“L’associazione di volontariato denominata “Coordinamento di Accoglienza Responsabile” sita a Gioia del Colle, in via Federico II di Svevia n°4358, comunica che Domenica 18 ottobre In Via Bellini n°4è stata inaugurata “Casa di ospitalità”, abitazione allestita e presa in carico dalla comunità della parrocchia di San Vito Martire e offerta a 7 ragazzi immigrati: Micheal, Emanuel, Tourè, Vieux, William e Clethus. Lanciato da Papa Francesco lo scorso 06 settembre l’invito ad ogni parrocchia di “Ospitare almeno una famiglia di profughi”, la comunità di San Vito Martire, in collaborazione con il Coordinamento, ha colto il messaggio di fraternità, definendo un progetto in via sperimentale. I richiedenti asilo, più precisamente, seguiranno i corsi di lezione serale per apprendere la lingua italiana e si renderanno disponibili per attività di volontariato in parrocchia e su alcune aree di intervento all’interno del comune di Gioia del Colle. Al tempo stesso, essi rimarranno presso la casa di Gioia del Colle per una settimana, per poi far ritorno ai CARA di competenza. Questa sorta di alternanza permetterà alla comunità e ai ragazzi immigrati di conoscersi con gradualità e sviluppare relazioni sane e disinteressate, naturalizzando il processo di inserimento all’interno del tessuto sociale locale.
Il Coordinamento e la comunità di San Vito tutta ringraziano quanti, con il loro tempo e con la loro generosità, si sono resi partecipi ad un progetto che non dovrebbe rappresentare la straordinarietà ma è da intendersi come un gesto naturalissimo di accoglienza.
Con questa azione dal basso si vuole altresì comunicare alla comunità tutta di tenersi alla larga da chi predica buonismo o fa dell’immigrazione un processo dedito alla speculazione. Attraverso piccole azioni, ma molto concrete, il Coordinamento e la comunità di San Vito hanno preso una posizione netta di fronte la cittadinanza: garantire la dignità umana non è un opera di perbenismo o falso buonismo ma è anzi un dovere morale e laico, da cittadini attivi, e religioso, riferito al sentimento di rispetto e accoglienza che Gesù riserva per le fasce più povere, indifese, emarginate, più deboli.
La chiave di volta di un processo di cambiamento, che prescinde da mafie locali o speculazioni, e che vede negli immigrati una risorsa umana e non meramente economica, risiede nella partecipazione personale che ognuno di noi è chiamato a dare nelle forme che ritiene più opportune. Per maggiori info è possibile contattare il Coordinamento al seguente indirizzo di posta elettronica: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. ”.
COORDINAMENTO ACCOGLIENZA RESPONSABILE
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QUANDO L’ACCOGLIENZA DIVENTA REALTÀ…
“Questa è la vera natura della casa: il luogo della pace; il rifugio non soltanto da ogni torto, ma anche da ogni paura, dubbio, discordia.” [John Ruskin]
Queste le parole incise sulla targa che Pasquale Re David ha donato a Emanuel e Tourè il 18 ottobre scorso, quando la “Casa di ospitalità” in via Bellini riecheggiava di voci e sorrisi “invasa” da amici, parrocchiani, sacerdoti e conoscenti.
Micheal, Emanuel, Tourè, Vieux, William e Clethus sono lì, emozionati, con lo sguardo lucido… a tratti increduli. Quattro di loro dormiranno in un stanza, altre tre in un’altra… musulmani e cristiani insieme sotto lo stesso tetto, “fratelli” provenienti da diversi paesi eppure uniti da uno stesso destino che dapprima li ha portati a Gioia, dove sono stati accolti con amicizia, poi a Poggiorsini e quindi nuovamente a Gioia, in “prova” per una settimana.
Se sceglieranno di restare qui, dovranno rinunciare al vitto e all’alloggio gratuito concesso dalla Prefettura e impegnarsi per procurarsi il necessario.
Quando don Vito Campanelli ha scoperto che quella casa a pochi metri dalla parrocchia era libera e chiesto ai proprietari di poterla usare come casa di accoglienza, si è sentito rispondere: “Don Vito, a lei possiamo dire di no?”
Da quel momento tutta la comunità si è mobilitata per metter l’abitazione a posto e arredarla.
“Abbiamo chiesto a tutti di adottare questa casa versando una retta simbolica di dieci euro al mese, in modo da permettere ai ragazzi di avere un po’ di respiro e cercare con più calma un lavoro…” confessa Maidy Prieto, presidente dell’associazione “L’altra meta” che tanto si è prodigata per raggiungere questo risultato.
“Ero sicura che saremmo riusciti nell’intento, anche se le difficoltà sono tante e tante ne arriveranno.”
Durante l’inaugurazione dolci, focacce e panzerotti sbucano da ogni angolo, mentre la torta in bella mostra sul tavolo attira ‘attenzione dei più piccoli…
“E’ stata la divina provvidenza a guidarci ed aiutarci, trovare casa, arredarla e sistemare tutto in così poco tempo non è cosa da poco…” e per don Vito che tra pochi giorni dovrà andar via da Gioia, questo è “un segno”, così come lo è stato l’invito del Papa Francesco ad accogliere gli immigrati.
Ed un segno di pace ed amicizia “mediatico” ha portato questa bella realtà all’attenzione dei media con il servizio di Gaetano Prisciantelli nel TG3 del 19 ottobre.[Foto Aldo Liuzzi]
DALILA BELLACICCO
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