Giovedì, 19 novembre il Presidio del Libro diretto da Orietta Limitone ospiterà la scrittrice Nadia Terranova alle 18.30 nell’aula magna del Liceo Classico “P.V. Marone” per presentare “Gli anni al contrario” (Einaudi 2015).Dialogheranno con Nadia Terranova la professoressa Grazia Procino e la presidente. L'evento è promosso in collaborazione con il Liceo Classico “P. V. Marone”.
«Erano anni in cui due ragazzi innamorati giocavano a fare i grandi - si legge in quarta di copertina -, senza mai diventare adulti. Erano gli anni Settanta. Anni al contrario. La storia di un uomo e una donna che si amano, ma sono incapaci di sopravvivere all'utopia di un mondo da salvare. Soprattutto, sono incapaci di salvarsi».
Sono gli anni che precedono il governo di Aldo Moro, anni in cui Giovanni e Aurora, due giovani desiderosi di impugnare la libertà, si innamorano. Giovanni è figlio di un comunista e Aurora di un fascista... Una storia difficile da vivere.
“Gli anni al contrario” tessono un racconto che “fa crescere e tornare bambini al contempo. Leggerezza e gravosità, gioia e dolore, felicità e lutto esplodono, contrapponendosi sino ad una quieta e pacata conclusione. La fine e un nuovo inizio, così questo romanzo sembra non concludersi, nella descrizione magistrale di Nadia Terranova. I contrari: Sud e Nord, uomo e donna si conciliano e poi conseguentemente di nuovo si oppongono; una diade che interseca il libro con prepotenza, alternandosi per mezzo di individualità differenti. L'emozionante racconto è per l'appunto ambientato in Sicilia, tra i due mari, nella bellissima Messina, e a Milano, in mezzo a un prologo e un epilogo di evidente enfasi. Si alternano le stagioni come il tempo che regola l'esistenza delle famiglie dei Silini e dei Santatorre, legandole a un sottile filo di speranza per un arrivo costante di primavera.”
Nadia Terranova è nata a Messina dove ha studiato Filosofia ed ha conseguito il dottorato in Storia moderna. Dal 2003 vive a Roma. Afferma di prendere in parola la frase di una pubblicità anti lega comparsa nel 1992 sull’Espresso - aveva 14 anni – che ritraeva insieme Gesualdo Bufalino e Leonardo Sciascia con la scritta: “I terroni pur di non lavorare scrivono”.
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