“Interessante, coinvolgente, mai noioso e anzi divertente è stato l’incontro a cui tutte le classi del Liceo Classico e alcune dello Scientifico hanno partecipato sabato mattina 26 settembre. Non si è trattato della solita presentazione di un romanzo, ma di una piacevole conversazione, finalizzata tuttavia a fornire una chiave importante di lettura per intendere il senso autentico dell’opera dell’autore.
Fabio Genovesi, originario di Forte dei Marmi, ha infatti instaurato, sin dal primo momento, con grande affabilità e semplicità, un rapporto confidenziale e simpatico con il suo giovane pubblico. Introdotto dalla dottoressa Orietta Limitone, responsabile del Presidio del Libro di Gioia del Colle, e dalla professoressa Grazia Procino, Genovesi ha parlato del suo libro, “Chi Manda le Onde”, come frutto di un progetto durato quattro anni e sospeso più volte, cresciuto giorno dopo giorno, senza essere mai schematizzato o progettato a tavolino.
L’originalità del romanzo è in quella sua rappresentazione della realtà odierna, lontana dai luoghi comuni, dalle convinzioni tradizionali, radicate nel sentire volgare, per cui la saggezza è un bene esclusivo delle persone anziane che hanno alle spalle tante esperienze di vita, mentre noi ragazzi viviamo ancora nel mondo delle fiabe ingenue e puerili. Si assiste oggi ad un grande stravolgimento della realtà: gli adolescenti, poco più che bambini, appaiono già in possesso di una maturità propria dei vecchi saggi, mentre gli adulti si presentano spesso insicuri, privi di un sano equilibrio, tormentati da una continua precarietà.
Il fascino del romanzo deriva dalle tante metafore personificate che rifuggono dalle considerazioni astratte e teoriche e rendono vivo e credibile il mondo rappresentato. Luna, ad esempio, che può essere considerato un personaggio chiave ad intendere il senso profondo del romanzo, è una ragazzina albina di tredici anni, che vede poco, ma è ricca di grande sensibilità e maturità. Ella, però, vive drammaticamente una situazione di esclusione sia da parte dei compagni di scuola che degli adulti; si rifugia, pertanto, in un suo mondo fantastico che arricchisce il suo spirito e le consente di raggiungere un equilibrio interiore superiore a quello di tanti adulti.
La conversazione è riuscita ancora più piacevole per i tanti aneddoti, legati ai numerosi ricordi e ai molti viaggi dell’autore, mai estranei tuttavia all’argomento principale e anzi idonei a farci penetrare con maggiore chiarezza nella problematica affrontata.
Dopo molte domande poste all'autore da un pubblico assorto e curioso, l'incontro si è concluso con un inno alla felicità, alla fantasia e alla vita; un'esortazione a non essere incerti, ma decisi e dinamici nelle nostre scelte e a non rinunciare ai nostri sogni al posto di certezze che, in futuro, potrebbero renderci persone infelici e prive di quella fantasia che rende meravigliose le nostre vite”. (foto Aldo Liuzzi)
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