Ancora una volta l’U.T.E, l’Università della Terza Età di Gioia del Colle, ha stupito l’intera comunità con ‘La Tempesta’ di Shakespeare portata in scena al Teatro Rossini.
L’opera di Shakespeare, rivisitata e adattata da Maurizio Vacca, regista, attore e insegnante anche della Compagnia Teatrale dell’U.T.E, ha messo in evidenza non solo la creatività, la partecipazione, la voglia di mettersi in discussione e sperimentare nuovi percorsi laboratoriali dello scoppiettante mondo dell’ U.T.E, ma anche tutto un patrimonio di conoscenze e abilità acquisite dai corsisti dell’ U.T.E negli anni attraverso la realizzazione di numerosi corsi fortemente promossi dalla presidente Giovanna Viterbo. Gli attori, infatti, prima di entrare in scena, attraverso un lungo lavoro di preparazione, hanno realizzato gli splendidi abiti dipinti a mano, le scenografie, hanno curato alcune scene di danza e alcune parti in dialetto gioiese per colorire alcuni personaggi e conferire loro le caratteristiche di grassa umanità volute da Shakespeare.
Teatro dell'azione abbastanza complessa de ‘‘La Tempesta’ è un’isola bagnata dall'acqua purificatrice del mare e abitata da presenze misteriose e inquietanti. Prospero - duca di Milano - spodestato dal fratello Antonio e lasciato su di una piccola barca in balia delle onde insieme alla figlioletta Miranda vi approda e scopre che sulla stessa isola abita il mostro Calibano, uno spirito abominevole che Prospero prova ad educare al bene, fino a quando il mostro tenta di violare la verginità di Miranda e per questo viene ridotto in schiavitù da Prospero. L’azione dello spettacolo si apre dunque con un naufragio e la conseguente distruzione della nave su cui viaggiano Alonso, re di Napoli, Antonio e il loro seguito. Artefice della tempesta è in realtà Prospero, che si serve della sua arte magica e di Ariel, uno spirito dell'aria al suo servizio, tuttavia Miranda impietosita piange le vittime del naufragio e Prospero, dopo averla rassicurata sul fatto che ai malcapitati non accadrà alcun male, inizia il racconto della sua storia e i motivi che lo hanno spinto a questa azione. Prospero racconta la storia di fiducia illimitata nei confronti del fratello Antonio al quale aveva delegato i suoi compiti ducali, per potersi dedicare interamente alla solitudine ed allalettura e il tradimento da parte di questo, appoggiato dal re di Napoli, per usurpare il trono. La trama de ‘La Tempesta’ è ricca di azione, Prospero, attraverso il potere della magia fa sì che il palcoscenico sia il luogo in cui il passato di ambizione ed intrighi sia svelato e sia anche denunciata la sete di potere, sempre pronta ad emergere; il palcoscenico diviene anche il luogo in cui l'animalità rozza ed il livello più basso dell'uomo convivono con l'innocenza, la giustizia ed il perdono, affinché si giunga al trionfo della magia, dell’equilibrio e della saggezza.
Sostiene Paolo Grassi che ‘il Teatro resta quello che è stato, nell’intenzione profonda dei suoi creatori. Il luogo dove una comunità liberamente riunita si rivela a se stessa, il luogo dove una comunità ascolta una parola da accettare o da respingere’. ‘La Tempesta’, dunque, ancora una volta ha portato al centro della comunità quella inesauribile fonte di entusiasmo che rappresenta la cifra dell’Università della Terza Età, non sarà facile dimenticare Mariella Cacciapaglia nel ruolo di Ariel per la varietà di sfumature del personaggio che è stata abile nel suggerire dallo stupore, alla sofferenza, all’anelito alla libertà. Rocco Antonicelli, nel ruolo di Calibano, personaggio civile e rozzo, buono e perfido, malvagio a modo suo e innocente al tempo stesso perché ancora non corrotto dalla civiltà insieme a Nicola Capurso e Ottavio Pastore, nel ruolo dei cantinieri, hanno portato vitalità e animalità in scena conferendo ai loro personaggi spessore e colore anche attraverso l’uso del dialetto gioiese. La forza dello spettacolo è stata data dalle scene corali nelle quali il mondo delle nobili dalla contessa, Teresa Quattromini, a Isabella (sorella del re di Napoli), Enza Quieto, le nobildonne Grazia Colucci, Annamaria Monte, Marilina Lattarulo insieme al re di Napoli, Vitaliano Papa, a Gonzalo ( il vecchio nobile) interpretato da Mim
mo Castellaneta e Antonio (fratello di Prospero), Pietro De Biasi hanno riportato esperienze e ricordi, trame e ambiguità. Una menzione speciale va fatta agli spiriti Laura Albino, Liliana Buompane, Adele Calvello, Gina Celiberti, Tonia Ciarelli, Elena Colapinto, Angelica De Palma, Angela Genco, Beatrice Paradiso, Gabriella Pitarra, Teresa Stasi, Ada Tullo, Giovanna Viterbo che hanno introdotto la vita dopo la morte suggerendo che la vita terrena non è altro che una minuscola parentesi in mezzo alla vita eterna: quando l'essere umano muore inizia un sogno che dura in eterno.
L’isola dunque, come luogo nel quale Prospero, il bravo Maurizio Vacca, attraverso la gioventù e l’amore rappresentati da Miranda, Marinella Del Tito e Ferdinando, Franco Fasano, è in grado di riportare la pace ed il perdono e di ricomporre passato e presente. Il teatro, infine, come luogo nel quale la comunità rivela a se stessa la forza e la strada da percorrere: la solidarietà, il piacere di stare insieme, la voglia di costruire e stupire. [Foto Cataldo Liuzzi]
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