Scritto da Rosalba Buttiglione Giovedì 25 Dicembre 2014 03:25
Mercoledì 17 dicembre alle ore 20, “fuori programma”, a Palazzo Romano, dove era in corso il bellissimo evento “proEvocazioni - storie nel tempo”, è stato presentato dalla professoressa Irene Martino il libro di poesie di Isabella Capozzi, “Ho visto la poesia morire”. Un piccolo libro pieno di intense emozioni.
L’autrice, giovanissima studentessa di Giurisprudenza, è gioiese ed è appassionata di letteratura. Gioca con le parole e con i sentimenti “in un funambulismo” sorprendente, che ben si presta anche ad altrettanto sorprendenti interpretazioni grafiche, così come si vede in un pannello esposto in una sala di Palazzo Romano.
Si tratta della poesia “Sporcati di me” che compare a pag. 30 della raccolta, versi sui quali sono nati i disegni dell’artista Valerio Pastore. La prof. Irene ha presentato l’autrice ed il testo, già ampiamente analizzato nella sua prefazione ed ha avuto parole di elogio per la giovane poetessa che “indaga il senso dell’esistenza” smontando la realtà che ricompone seguendo le sue esperienze ormai diventate emozioni.
In varie creazioni, ma è sotteso in tutte, il corpo è inteso come strumento di conoscenza, e l’impegno di chi scrive è rivolto a far combaciare, in una difficile compenetrazione, le sensazioni e le esperienze dello spirito. Questa presentazione ha trovato la gusta collocazione nel programma di Palazzo Romano che parlava appunto di “evocazioni”.
Nonostante le difficoltà contenitive dell’antico Palazzo, non pensato per eventi così affollati, tutti i numerosi presenti hanno potuto godere della interessante presentazione e ridare uno sguardo alla mostra, che ha riservato sempre sorprese anche per chi l’aveva già visitata.
La serata è stata resa ancora più piacevole dagli interventi musicali della chitarrista Ilaria Nitti.
Il libro di poesie, “Ho visto la poesia morire” di Isabella Capozzi, edito da Secop Start, è in vendita presso la Libreria Librellula. Nonostante il titolo pessimistico, la poesia non morirà mai. Perché? Perché nasce dalla sofferenza, e la sofferenza non cesserà mai. Nasce dalla gioia. Ed un po’ di gioia nasce anche dalla sofferenza vissuta con profondità e consapevolezza. Perché la poesia è stata la prima forma espressiva dell’uomo, quando ha scoperto il linguaggio. [foto Mario Di Giuseppe]